Il Sorteggio, uno strumento

Sorteggio, estrazione, campionamento casuale: tanti termini diversi per indicare lo stesso concetto. Stiamo parlando di uno strumento di selezione, usato in questo caso per scegliere gruppi di cittadini che compongano organi collegiali, formati cioè da più persone.

Il sorteggio è un metodo di selezione democratico. Si tratta infatti del primo e più antico sistema utilizzato per selezionare cittadini all’interno di istituzioni politiche. Molti grandi pensatori del passato come Aristotele, Montesquieu e Rousseau ritenevano inoltre il sorteggio l’unico reale strumento democratico, mentre giudicavano l’elezione aristocratica. 

Come metodo di selezione, il sorteggio non si contrappone soltanto all’elezione, ma anche al cosiddetto sistema delle “porte aperte”. Quest’ultimo viene utilizzato soprattutto nei processi partecipativi e deliberativi e consiste nel rivolgere un invito generale a partecipare, aperto a tutti. Sebbene possa sembrare il miglior modo per coinvolgere le persone nel processo decisionale, si tratta in realtà di un sistema che attrae sempre “i soliti noti”, il solito tipo di persone, lasciandone fuori la maggioranza. 

Il sorteggio invece crea inclusione, coinvolgimento e partecipazione. Quelli veri. Ecco perché. 

I pregi del Sorteggio

L’utilizzo del campionamento casuale per selezionare cittadini all’interno di organi deliberanti come le Assemblee dei Cittadini ha i seguenti vantaggi e pregi:

Equità: tutte le persone hanno pari possibilità̀ di essere selezionate, a prescindere dall’età̀, il genere, la residenza o qualsiasi altro dato. 

Inclusione: chiunque può essere selezionato, anche chi generalmente non ha voce, è sottorappresentato, fa parte di una minoranza.

Rappresentatività: si parla di campionamento casuale “stratificato” per vari criteri come genere, età, residenza ecc. L’obiettivo è quello di ricreare all’interno dell’organo deliberativo un “microcosmo” della società, nel rispetto delle caratteristiche che la compongono.

Indipendenza: i cittadini estratti a sorte non appartengono a nessuno schieramento. O meglio, non devono difendere nessuna logica di fazione, ma sono chiamati a lavorare in quanto semplici cittadini. Questo, unito alla brevità del loro mandato, rende loro capaci di lungimiranza nelle decisioni politiche da assumere.

Responsabilizzazione: i cittadini avvertono l’importanza del loro ruolo e comprendono i difficili meccanismi che si celano dietro ogni decisione politica da assumere per la comunità. 

Legittimazione: le proposte e le decisioni provenienti da un gruppo di cittadini adeguatamente informato e chiamato a dibattere e deliberare vengono legittimate maggiormente dall’opinione pubblica rispetto a scelte prese in solitaria da politici di professione. 

Fiducia: il fatto che determinate proposte vengano da “cittadini come me” e che “potrei essere io il prossimo o la prossima ad essere chiamato/a” fa sì che sia maggiore la fiducia riposta verso queste proposte, quindi verso questo tipo di attività politica e di processi democratici deliberativi. 

Libertà: secondo quanto diceva Aristotele: «il segno distintivo del regime democratico è la libertà. La massima espressione di libertà è l’essere a turno governati e governanti. E questa alternanza è consentita proprio dal sorteggio». 

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